LA FIFA HA VIETATO A UN PAESE DI PARTECIPARE ALLA COPPA DEL MONDO DEL 2026
L’avvicinamento ai Mondiali FIFA 2026, che saranno ospitati congiuntamente da Stati Uniti, Canada e Messico, è stato segnato da forti controversie politiche e di governance. La FIFA, organismo mondiale del calcio, ha sospeso le federazioni calcistiche di tre Paesi, dichiarandole ineleggibili a partecipare al torneo. Russia, Congo e Pakistan sono state escluse per motivi differenti, a dimostrazione dell’intreccio tra politica, gestione sportiva e calcio sul palcoscenico globale.
La Continua Esclusione della Russia dal Calcio Mondiale
La Russia resta la nazione più rilevante esclusa dai Mondiali 2026. Dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, FIFA e UEFA hanno sospeso l’Unione Calcistica Russa (RFU) e tutte le sue squadre dalle competizioni internazionali. La sanzione copre le nazionali maschili e femminili, le squadre giovanili e i club impegnati nelle coppe UEFA, come Champions League ed Europa League.
Di conseguenza, la Russia non è stata inclusa nel sorteggio dei gironi di qualificazione europei effettuato lo scorso dicembre, lasciando 54 federazioni UEFA a contendersi i posti disponibili nel Mondiale allargato a 48 squadre. Negli ultimi tre anni la nazionale russa ha disputato solo amichevoli, soprattutto contro squadre extraeuropee, con la sola eccezione della Bielorussia.
La situazione non cambierà in vista del 2026: FIFA e UEFA hanno deciso di mantenere il bando. A meno di un radicale mutamento politico e internazionale, la Russia resterà fuori dalla rassegna mondiale dopo aver già saltato Qatar 2022.
Congo Sospeso per “Influenze Indebite”
In Africa, la Repubblica del Congo è stata esclusa dalle qualificazioni dopo che la FIFA ha sospeso la sua federazione calcistica, la FECOFOOT, nel febbraio 2024. Il provvedimento è arrivato in seguito a quella che l’organismo internazionale ha definito una “situazione particolarmente grave di indebita ingerenza di terzi” nelle attività della federazione.
Secondo la FIFA, la sede della federazione era stata sequestrata, vi erano stati tentativi di modificare i firmatari dei conti bancari e si erano registrate gravi violazioni gestionali. Tali ingerenze violano gli statuti FIFA, che impongono alle federazioni di operare senza influenze politiche o amministrative esterne.
Di conseguenza, le partite di qualificazione di marzo contro Zambia e Tanzania sono state annullate, con vittoria a tavolino per 3-0 assegnata agli avversari. Sebbene la sospensione sia stata revocata a maggio sotto condizioni rigide, il Congo era già matematicamente eliminato, ultimo nel Gruppo E con cinque sconfitte in altrettante gare.
Il bando ha messo in luce la linea dura della FIFA sulle violazioni gestionali, lasciando però il calcio congolese in crisi e costretto a ricostruire le proprie strutture federali.
Il Pakistan Penalizzato per Mancanza di Riforme Costituzionali
Il Pakistan è il terzo Paese ufficialmente escluso dai Mondiali 2026. La FIFA ha sospeso la Pakistan Football Federation (PFF) per non aver adottato una nuova costituzione in grado di garantire elezioni corrette e democratiche.
La sanzione rappresenta l’ennesimo capitolo di una lunga storia di conflitti interni e cattiva gestione all’interno della federazione pakistana. La FIFA ha chiarito che la sospensione sarà revocata solo dopo l’approvazione da parte del Congresso PFF della nuova costituzione, redatta in collaborazione con la Confederazione Asiatica (AFC).
Il Pakistan aveva già abbandonato la corsa al Mondiale, finendo ultimo nel Gruppo G della seconda fase asiatica, ma il bando impedisce qualsiasi futura partecipazione fino alla risoluzione della crisi interna. Per un Paese con tifosi appassionati ma infrastrutture calcistiche limitate, la sospensione rappresenta un duro colpo.
Eritrea: Ritiro Volontario e Isolamento
Senza essere stata formalmente esclusa, l’Eritrea si è ritirata dalle qualificazioni africane prima ancora di giocare. Secondo varie fonti, il regime autoritario temeva che i calciatori potessero chiedere asilo politico durante le trasferte.
Il ritiro ha mantenuto l’Eritrea, già ultima nel ranking FIFA, isolata dal calcio internazionale e lontana dai Mondiali, confermando il peso delle decisioni politiche sulla vita sportiva di interi Paesi.
Bielorussia: Sanzioni, ma Non l’Esclusione
La Bielorussia, stretta alleata della Russia, ha subito numerose sanzioni sportive a causa del sostegno a Mosca nella guerra in Ucraina. Il Paese non può ospitare partite UEFA ed è stato escluso dalle Olimpiadi di Parigi 2024. Tuttavia, a differenza della Russia, la nazionale resta autorizzata a partecipare alle qualificazioni mondiali.
Per rispettare le restrizioni UEFA, la Bielorussia disputa le proprie gare interne in Ungheria. Inserita in un girone con Scozia, Danimarca e Grecia, deve affrontare un percorso difficile in un clima di tensione internazionale.
Politica, Governance e Calcio: Un Legame Infrangibile
Le esclusioni decise in vista dei Mondiali 2026 evidenziano una realtà sempre più chiara: il calcio internazionale non può considerarsi separato dalla politica, dalle crisi di governance e dai conflitti globali.
L’esilio della Russia è la conseguenza diretta di una guerra, mentre Congo e Pakistan pagano le proprie carenze strutturali interne. Eritrea e Bielorussia, pur non escluse del tutto, vivono a loro volta situazioni in cui la politica limita la partecipazione sportiva.
Con l’ampliamento a 48 squadre e l’organizzazione diffusa tra Stati Uniti, Canada e Messico, la FIFA punta a trasformare il 2026 in un evento epocale. Ma, al contempo, ribadisce che integrità e indipendenza delle federazioni restano principi imprescindibili.
Mentre milioni di tifosi attendono lo spettacolo del calcio mondiale, per i cittadini di Russia, Congo e Pakistan il sogno dei Mondiali si interrompe ancora prima di iniziare un segnale potente di quanto lo sport resti inevitabilmente intrecciato con le vicende politiche globali.
