Perché Marco Parolo pensa che Igli Tare sia il profilo ideale per il nuovo corso del Milan

Marco Parolo scommette su Igli Tare: “Può avere successo al Milan”

L’ex centrocampista della Lazio, Marco Parolo, è convinto che Igli Tare sarebbe una risorsa preziosa per il Milan nel ruolo di nuovo direttore sportivo. Diverse fonti riportano che l’ex dirigente biancoceleste sarebbe vicino a firmare con il club rossonero.

Dopo settimane di speculazioni, la situazione sembra essersi sbloccata. Tare aveva già incontrato l’amministratore delegato rossonero Giorgio Furlani il mese scorso, facendo crescere le voci su un possibile accordo. Poi tutto si era fermato, fino all’accelerata degli ultimi giorni.

Tare è noto per il suo lungo periodo alla Lazio, dove ha lavorato per 15 anni contribuendo alla conquista di sei trofei e mettendo a segno colpi di mercato importanti come Miroslav Klose, Sergej Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Luiz Felipe.

Parolo, acquistato proprio da Tare nel 2014 dal Parma e rimasto alla Lazio fino al 2021, ha parlato a La Gazzetta dello Sport delle qualità che il dirigente albanese potrebbe portare a Milano.

Cosa può dare Tare al Milan?

“Se il Milan lo prende, si assicura un professionista desideroso di tornare nel mondo del calcio. Dopo due anni di inattività arriva con tanta energia e si è aggiornato costantemente. L’esperienza accumulata alla Lazio e la visione europea che ha sviluppato lo rendono un profilo ideale.”

Quali sono le sue doti principali?

“Carisma, autorevolezza e idee chiare.”

Com’è Tare nello spogliatoio?

“È uno che cerca sempre il dialogo. Vuole conoscere i giocatori anche fuori dal campo. È un tipo da bastone e carota, ma quando usa il bastone… colpisce duro (ride). Tratta tutti allo stesso modo, anche i senatori. Ricordo discussioni anche con Klose e Luis Alberto quando facevano qualcosa che non gli andava bene.”

Si arrabbiava spesso?

“Non proprio, ma sapeva farsi sentire. Alzava la voce quando era necessario, per far capire chi rappresentavi o per correggere certi comportamenti.”

Hai mai avuto scontri diretti con lui?

“Sì, certo. Nei momenti difficili sapeva sempre toccare le corde giuste per motivarmi. C’era rispetto reciproco e l’obiettivo comune di migliorare la squadra.”

Come lavorava con l’allenatore?

“Era sempre presente, seguiva gli allenamenti e aveva un confronto continuo con il mister. Quando arrivavi a Formello lui era già lì, e quando andavi via… ancora lì.”

Tare è stato molto apprezzato per il suo fiuto sul mercato…

“Ha avuto tante intuizioni: prendeva giocatori pagati poco e li valorizzava. Ha creduto in Luis Alberto quando voleva andarsene, lo ha convinto a restare e poco dopo è esploso. Ha soffiato Milinkovic alla Fiorentina e lo ha trattato come un figlio. Ama i giocatori forti fisicamente, ma anche di qualità.”

Come riesce a scoprire talenti sconosciuti?

“Guarda tanti video e segue tutti i campionati. Durante le sessioni di mercato si chiudeva in una stanza con un match analyst per valutare i profili. Ricordo che prima di prendere Caicedo mi fece vedere un video spiegandomi come lo immaginava alla Lazio.”

Senza coppe europee, il mercato del Milan sarà complicato…

“Dovrà cambiare approccio. In un top club le decisioni si prendono insieme, con il supporto degli scout. Lui si fida molto del suo occhio, ma oggi i dati e le analisi contano di più.”

Qual è la sfida più grande che lo attende al Milan?

“Dovrà costruire un rapporto con i giocatori e guadagnarsi il rispetto. Alla Lazio ha vinto qualcosa, ma non ha un palmarès ricco. Detto ciò, ha tutte le qualità per farsi apprezzare anche nello spogliatoio del Milan.”

Come gestirà Theo e Leao?

“Parlerà sicuramente con loro per chiarire le cose. Per lui viene prima di tutto il club: se un giocatore vuole mettersi sopra agli altri, con Tare non durerà molto. E conoscendolo, avrà già in mente chi prendere e chi vendere. Conosce il calcio. E conosce già il Milan.”